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Agricoltura di montagna e Prodotti lattiero-caseari: i progetti vincitori del bando AGER

Lo sviluppo di pascoli adatti ai contesti alpino e mediterraneo che rischiano l’abbandono, la valorizzazione di formaggi a rischio di estinzione, lo sviluppo di sistemi innovativi di produzione casearia che preservano il benessere degli animali e la sostenibilità ambientale: sono solo alcuni dei progetti che saranno sostenuti con i 2,5 milioni di euro messi a disposizione da AGER (Agricoltura e Ricerca), un progetto di ricerca finalizzato allo sviluppo del settore agro-alimentare e nato dalla collaborazione tra Fondazioni di origine bancaria tra cui anche Fondazione Cariparo.

In Italia il settore lattiero-caseario costituisce uno dei principali comparti dell’economia agroalimentare. La produzione annua di latte, che ammonta oggi a 11 milioni di tonnellate, insieme alla produzione di formaggio, costituisce l’11% dell’intera produzione alimentare italiana. Sono i formaggi, in particolare quelli tipici, il traino dell’intero comparto contribuendo all’immagine forte e vincente del Made in Italy.

Eppure il settore lattiero-caseario italiano si trova in una condizione di svantaggio rispetto alle grandi nazioni produttrici europee: le aziende italiane sostengono costi di produzione alti e, nonostante il prezzo del latte alla stalla sia il più alto in Europa, non riescono a rimanere competitive e sono costrette a chiudere, come dimostrano le più recenti analisi di mercato. Con il bando AGER la scelta è quindi quella di sostenere il settore per aumentare la competitività delle imprese grazie alla messa a punto di nuove soluzioni tecniche di filiera, dalla produzione del latte alla sua trasformazione, e in grado di incidere sulla qualità del prodotto.

Non solo latte

È comunemente noto che i prodotti dell’agricoltura montana sono naturali, tradizionali e di qualità molto elevata e l’Italia, fra i grandi paesi europei, è quello che ha la più elevata percentuale di superficie agricola in montagna. L’attività agricola è riconosciuta come elemento di salvaguardia del vasto territorio montano italiano e rappresenta il principale volano per altri settori dell’economia come il turismo, l’artigianato e il commercio. I redditi delle aziende sono tuttavia lontani dal garantire la vitalità di questo settore. Lo testimoniano i dati raccolti, che dal 2000 al 2010 hanno evidenziato un calo di circa il 45% delle imprese agricole situate nell’Appennino.

In un contesto in cui lo sfruttamento intensivo non è reso possibile dalle condizioni ambientali e climatiche e dalla mancanza di infrastrutture, il futuro della montagna passa dal riconoscimento dell’imprescindibilità di una ricerca che sostenga la triplice attitudine di cui necessitano gli agricoltori per affrontare il mercato, quali imprenditori, produttori e gestori del territorio. In questo contesto la zootecnica rappresenta l’elemento principe per il sostegno dell’azienda montana e permette la gestione, la cura e la conservazione di un paesaggio unico, mantenendo attiva la presenza dell’uomo in contesti in cui le conseguenze dell’abbandono sarebbero gravissime.

L’innovazione nel settore agroalimentare deve partire quindi da un cambiamento, ed è per questo che dopo aver sostenuto i comparti cerealicolo, ortofrutticolo, vitivinicolo e zootecnico, il progetto AGER ha deciso di intervenire destinando 2,5 milioni di euro a nuovi ambiti di ricerca, che con il bando per il Settore Agricoltura di Montagna e Prodotti lattiero-caseari hanno portato all’individuazione di nuovi progetti.

6 nuovi progetti per l’agroalimentare

Sono 6 i progetti di ricerca vincitori del bando AGER per l’Agricoltura di montagna e Prodotti lattiero-caseari. La selezione è arrivata al termine di un approfondito processo di valutazione, che ha coinvolto 39 esperti internazionali chiamati ad esprimere, secondo criteri di peer rewiew, un giudizio di merito sulle proposte candidate.

Per l’Agricoltura di montagna (500 mila euro) verranno sostenuti 3 progetti che hanno come capofila l’Università degli Studi di Torino e l’Università degli Studi di Milano (con due progetti). Una prima ricerca punta a contrastare l’abbandono delle superfici per il pascolo sviluppando sistemi innovativi che si basano sull’allevamento di due razze rustiche (Highland e Sarda) particolarmente adatte ai contesti alpino e mediterraneo. Un secondo progetto analizzerà le proprietà funzionali di latte e formaggio di montagna, l’impatto ambientale dei diversi sistemi di allevamento e lo studio di diversi scenari di acquisto per valorizzare i prodotti montani. Infine, il terzo progetto analizzerà l’impatto, presente e futuro, che il cambiamento climatico comporta sui sistemi produttivi montani, indagando in particolare il ruolo del pascolo.

Anche per i Prodotti lattiero-caseari (2 milioni di euro) saranno sostenuti 3 progetti, che hanno come capofila l’Università degli Studi di Palermo, il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari e l’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte. Due di questi progetti avranno come partner l’Università degli Studi di Padova.

Una prima ricerca riguarderà lo sviluppo di un modello di sinergie finalizzato a qualificare e valorizzare sedici formaggi storici prodotti nell’Italia meridionale, dalla realizzazione alla promozione finale. Un secondo progetto punta ad acquisire nuovi strumenti e conoscenze che consentano di migliorare l’efficienza del sistema produttivo, dando valore aggiunto al latte e ai prodotti caseari preservando il benessere degli animali, la sicurezza dei prodotti e la loro sostenibilità ambientale. Il terzo progetto riguarda la filiera di alcune produzioni DOP (Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Casatella, Pecorino) sviluppando sistemi innovativi per la produzione di foraggi ad alta qualità, aumentando la qualità nutrizionale di latte e formaggio e migliorando le tecniche di trasformazione.

Il progetto AGER

Il progetto AGER (Agroalimentare e Ricerca) è un progetto di ricerca finalizzato allo sviluppo e alla promozione del settore agroalimentare, nato dalla collaborazione di 13 Fondazioni bancarie.

Tra queste anche la Fondazione Cariparo, che finora ha contribuito con 3 milioni di euro. Ai 27 milioni di euro messi a disposizione dalle fondazioni per la prima parte del progetto, che ha coinvolto quattro comparti dell’agroalimentare: ortofrutticolo, cerealicolo, vitivinicolo e zootecnico, se ne sono aggiunti altri 7 – di cui 1,5 milioni di euro stanziati dalla nostra Fondazione e che interessano quattro nuovi settori: acquacoltura, olivo e olio, agricoltura di montagna e prodotti caseari.

L’obiettivo è quello di contribuire al miglioramento dei processi produttivi, allo sviluppo di tecnologie e alla promozione e valorizzazione del capitale umano in un settore che, con un fatturato di 188 miliardi di euro (il 20% di export), rappresenta il secondo comparto produttivo del paese e dà occupazione a 1,4 milioni di persone.