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Cosa ci riserva il Delta del Po?

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  • Linea strategica Ambiente e paesaggio
  • Tempo di lettura 6 minuti

Un reportage tra acqua, terra e cielo di un luogo unico al mondo, incontrando alcuni dei protagonisti del primo MAB Youth Forum 2017 realizzato anche grazie al sostegno della nostra Fondazione.

“La persona che ami è fatta per il 72,8% d’acqua e non piove da settimane”. Sono le parole con cui si apre il romanzo Che ne è stato di te, Buzz Aldrin? di Johan Harstad dedicato, per l’appunto, all’astronauta statunitense noto per essere stato il secondo uomo ad aver calpestato il suolo lunare nell’ambito della missione Apollo 11.

Perché lo citiamo? Perché nelle prossime righe vi parleremo proprio di un territorio in cui l’acqua è elemento fondamentale di un ambiente ricco di preziose realtà naturalistiche. Per raggiungerlo non serve andare sulla Luna, basta stare qui in zona: nella Riserva della Biosfera del Delta del Po.

Quest’ampia gamma di habitat che comprende sistemi costieri di dune e formazioni di sabbia, lagune, stagni di pesca, golene, canali, foreste di pini marittimi, zone umide salmastre, terre coltivate, orti e canneti, lo scorso settembre ha ospitato il primo Forum mondiale dei Giovani MAB (“Man and Biosphere”) UNESCO.

Un evento di portata mondiale – reso possibile dal contributo della nostra Fondazione e dalla collaborazione dell’ufficio UNESCO di Venezia, del Parco del Delta del Po, del Ministero dell’Ambiente, della Regione Veneto e della Regione Emilia-Romagna – che ha visto la partecipazione di giovani dai 18 ai 35 anni provenienti da 120 paesi del mondo in rappresentanza delle 669 Riserve della Biosfera del programma MAB.

A un anno di distanza dall’evento siamo tornati sugli stessi luoghi per incontrare alcuni dei protagonisti del Forum e approfondire con loro più aspetti.

Dal Museo Regionale della bonifica Ca’ Vendramin alla ricerca della felicità.

Pronti? Si parte. Il punto di ritrovo è il Museo Regionale della bonifica Ca’ Vendramin di Taglio di Po, realizzato nell’ex impianto idrovoro dismesso verso la fine degli anni ’60 del Novecento.

Gli antichi macchinari all’interno del complesso, costituiti da caldaie a vapore e da pompe centrifughe, testimoniano e tramandano l’azione svolta dall’attività di bonifica nel prosciugare paludi e acquitrini, in modo da consentire la convivenza della conservazione ambientale con l’indispensabile sviluppo economico della gente del Delta.

Un punto cruciale oggi più che mai, sul quale abbiamo interrogato Marco Gottardi, già direttore dell’Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po, nonché uno dei coordinatori del MAB Youth Forum 2017.

Tra le strategie in atto mirate ad integrare la gestione delle risorse naturali con lo sviluppo sostenibile, il turismo lento con le infrastrutture necessarie per l’utilizzo delle più moderne tecnologie digitali, Gottardi dà di questo territorio una sua personale lettura, suggestiva quanto stimolante, che sembra echeggiare un diritto riconosciuto dalla Dichiarazione d’indipendenza americana…

«La consapevolezza di stare in un luogo di qualità ambientale particolare, la responsabilità di mantenerlo e di preservarlo, la visione che questo può essere un futuro per le persone che lo abitano, tutto questo porta alla ricerca della felicità. Che è sì una visione astratta» continua «ma poi si traduce in questioni concrete come il lavoro, lo sviluppo economico e, soprattutto, lo star bene e vivere bene».

Non una visione legata unicamente al profitto e al denaro, dunque, ma la ricerca della qualità della vita in tutti i sensi si profila come una strada percorribile per apportare ricadute positive anche in ambito economico e sociale.

«Questo è lo spirito che abbiamo voluto attivare nei giovani partecipanti al Forum, dicendo loro: prendete coscienza che il MAB in cui vivete è un luogo che può dare felicità, sicurezza, e dove è possibile vivere bene». Una visione espandibile anche in ambito turistico. Perché, come sottolinea Gottardi: “Il turista che si approccia alla nostra area e che viene nel Delta del Po, qui non trova solo bellezza naturale ma anche persone che credono in questi principi».

Su due ruote con tre delegati “Committed to sustainable development”.

Si pedala, lungo il fiume Po. Ma sono possibili anche escursioni in battello, in canoa, a cavallo o a piedi. In modalità slow, insomma. Del resto, si sa: le esperienze più belle e intense richiedono tempo e pazienza. E per chi ama un turismo lento ed esperienziale, per chi apprezza le cose autentiche, i territori ricchi di storia e natura, il cibo genuino, il silenzio dell’uomo e le melodie della natura, il Delta del Po è davvero una destinazione perfetta.

La bicicletta (dobbiamo aggiungerlo? Rigorosamente non elettrica…) è il mezzo con il quale ci accompagnano Chiara Marchina, Emanuele Luciani e Marco Gennari, che hanno partecipato al MAB Youth Forum 2017 in qualità di delegati della Riserva della Biosfera del Delta del Po.

Chiara, 32 anni di Lendinara, è una geologa. Ricercatrice presso l’Università di Padova, lo scorso gennaio, proprio in virtù della sua partecipazione al Forum MAB, è stata invitata dall’Unesco a partecipare al settimo Forum del consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite a New York, dove ha parlato di tematiche riguardanti lo sviluppo dei territori, sottolineando la necessità di un maggiore coinvolgimento dei giovani nei piani di sviluppo.

Emanuele, 34 anni, di Comacchio, laureato in Progettazione e Gestione degli Ecosistemi Agroterritoriali, forestali e del paesaggio, è una guida escursionistico-ambientale e ottimo conoscitore della flora e fauna che compongono l’ambiente vallivo.

Marco, 34 anni di Porto Viro, laureato in Trade Marketing e Strategie Commerciali, è consulente aziendale nonché presidente di MyDelta, associazione nata sulla scia del Forum con l’obiettivo di connettere nuove energie e sviluppare strategie per promuovere il turismo sostenibile nel Delta del Po.

Cosa ha rappresentato per loro partecipare al MAB Youth Forum 2017? La risposta è praticamente all’unisono: potersi confrontare con giovani che, come loro, vivono in una biosfera. Con in più opportunità di poter essere protagonisti attivi nella definizione delle regole tese a salvaguardare il futuro non solo del loro territorio ma dell’intero pianeta. Vi sembra poco?

Dal front line al backstage: la faccia nascosta del MAB Youth Forum 2017.

Organizzare un evento di dimensioni mondiali non è certo cosa semplice. Ne sa qualcosa Sara Bianchi, responsabile dell’Ufficio MAB incaricata dall’Unesco.

«La preparazione del Forum è iniziata quasi un anno e mezzo prima. La parte più laboriosa è stata pianificare i luoghi per i tavoli tematici, gli incontri e i workshop, ma anche la programmazione delle escursioni nel territorio ha richiesto un grande impegno. Soprattutto perché volevamo che le visite trasmettessero ai ragazzi che provenivano dalle biosfere di Paesi diversi l’importanza e il valore della nostra, mettendo in luce il rapporto stretto che sussiste tra il lavoro dell’uomo e il territorio del Delta, e il rispetto che agricoltori, pescatori e produttori locali stanno dimostrando per la biodiversità del nostro ambiente».

Sandro Vidali è la guida naturalistica del Parco Regionale Veneto Delta del Po che ha accompagnato i giovani in tour. «Abbiamo organizzato per loro sette itinerari che, attraversando sia la parte veneta che quella emiliana, hanno proposto più attività, dalla pesca all’agricoltura, e più destinazioni: le foci del Po, Ca’ Vendramin, San Basilio che rappresenta la perla archeologica del Delta veneto, il castello di Mesola e l’abbazia di Pomposa, le valli di Comacchio, la laguna di Caleri e Ferrara. Il filo conduttore è stato il “movimento lento”. Il riscontro? Un apprezzamento straordinario da parte di tutti i ragazzi!»

Una rete di risorse senza confini che ha a cuore il futuro di territori speciali.

Il fiume Po da queste parti lo chiamano “dolce gigante” e gli allevamenti di vongole “orti di mare”. La magia di questi luoghi sembra trovare espressione anche nelle locuzioni più comuni: sarà un caso?

Sia come sia, un dato è certo: la biosfera del Delta, riconosciuta ufficialmente dall’UNESCO come Riserva nel 2015, non è un recinto dove tutto è immutabile ma una realtà viva e allo stesso tempo complessa, delicata e vulnerabile dal punto di vista ambientale.

I previsti cambiamenti del clima a livello planetario e la riduzione della biodiversità che, dati scientifici alla mano, è sempre più preoccupante, rendono ancor più necessario organizzare una gestione territoriale rispettosa dei processi naturali.

Lo sottolinea anche Philippe Pypaert dell’Ufficio Regionale dell’UNESCO per la Scienza e la Cultura in Europa, che durante il Forum ha avuto modo di relazionarsi con i giovani delegati su più aspetti e tematiche, rilevando in tutti loro il forte desiderio di essere protagonisti attivi del futuro delle aree speciali in cui vivono.

Il MAB Youth Forum 2017 ha creato una nuova rete tra i giovani proprio per definire sfide e obiettivi verso uno sviluppo sostenibile in sintonia con la natura. La strada, dunque, è aperta. L’hanno tracciata anche portando le loro considerazioni e richieste all’attenzione del Forum mondiale UNESCO di Parigi dello scorso ottobre.

E, sia chiaro, non hanno chiesto la luna. Ma la salvaguardia della Terra sì.

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