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Terra di Mezzo: un ponte sul mondo degli adolescenti

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  • Linea strategica Inclusione sociale
  • Tempo di lettura 4 minuti

L’adolescenza è una fase di passaggio delicata, piena di domande alle quali non sempre è facile trovare risposta da soli. Per mettere in campo strategie adatte a ragazzi e famiglie, sosteniamo un servizio che ha coinvolto medici, psicologi ed educatori di strada.

La competenza del professionista dell’ascolto nel comprendere le esigenze e saper aiutare l’interlocutore. La forma mentis del filosofo nell’affrontare ciò che è complesso. L’esperienza del manager nell’agire con ponderatezza e allo stesso tempo tempestività. L’apertura mentale del globe trotter nel proporre gli approcci più avanzati e innovativi. A chi sono richieste tutte queste competenze? Ai genitori, soprattutto se i loro figli sono adolescenti.

L’adolescenza oggi viene riconosciuta come una fase della vita particolarmente delicata, in cui i ragazzi sperimentano nuovi modi di essere e tantissime emozioni. Atteggiamenti e comportamenti mutano, si alternano. Finito il tempo dei Lego, inizia quello della costruzione di sé, verso l’età adulta. E qui, a volte, le cose possono complicarsi. Per gli adolescenti stessi, prima di tutto, ma anche per chi è a stretto contatto con loro: madri, padri, insegnanti.

Per rispondere alle esigenze rilevate nel territorio rodigino relative alle problematicità in età adolescenziale, nel 2011 è stato avviato Terra di Mezzo, un servizio finalizzato a supportare i giovani nel loro percorso di crescita personale e sociale.
Reso possibile anche con il sostegno della nostra Fondazione, ha coinvolto 41 Comuni e più enti locali della provincia di Rovigo.

Come evoca il suo nome stesso, Terra di Mezzo si colloca come servizio “ponte”, contattando e/o accogliendo le situazioni di iniziale difficoltà in cui un adolescente può trovarsi. L’obiettivo primario è operare nell’ambito della prevenzione del rischio, prima che il disagio possa diventare patologia. Tuttavia, se necessario, oltre allo “Sportello Consulenza Adolescenti”, mette a disposizione anche incontri di terapie brevi con specialisti e psicoterapeuti.

Accesso libero: la parola d’ordine per stoppare i rischi sul nascere

Senza dubbio lo “Sportello Consulenza Adolescenti” rappresenta per i giovani un’occasione di avvicinamento a una figura d’aiuto. Ma quale iter devono affrontare per accedervi? Se state pensando alle forche caudine del call center di un qualsiasi CUP e al refrain “restate in attesa per non perdere la priorità acquisita” che la voce metallica ci ripete portandoci sulle soglie dello sfinimento acustico, vi sbagliate.

«Uno degli aspetti innovativi di questo servizio» ci dice Mariangela Rossi che del servizio è stata una delle promotrici fin dagli esordi e che a tutt’oggi, neo-pensionata, ne parla con una fierezza pari a quella di un guerriero che sa di aver combattuto in azioni straordinarie, «è stato quello di renderlo ad accesso libero e spontaneo, senza liste di attesa. Per prendere appuntamento, un ragazzo può semplicemente contattare uno dei numeri di cellulare disponibili mandando un sms e gli operatori lo contatteranno in tempi brevissimi. Gli operatori stessi all’inizio hanno svolto attività di informazione sulle modalità di accesso al servizio, ma ormai viaggia attraverso il passaparola tra i ragazzi».

I più intraprendenti di loro fanno direttamente uno squillo a Gianluca, Francesco, Tamara, Sara… Gli interlocutori con i quali possono mettersi in contatto sono segnalati proprio così, con il loro nome, senza tante etichette di torno. Sono in possesso di tutte le qualifiche accademiche e professionali che la circostanza richiede, va da sé. Ma si presentano “da pari a pari”. Del resto la peer education come strategia preventiva, da Piaget e Vygotskij in poi, è uno dei modelli più accreditati nell’ambito delle tematiche inerenti il benessere sociale giovanile. Gli specialisti di Terra di Mezzo ne fanno ricorso a loro volta: mettendo in gioco modalità relazionali dirette, la loro presenza nei luoghi di aggregazione abituali tra i teenager, e l’uso di un linguaggio comune come ad esempio quello dei social media, pagina Facebook e gruppo WhatsApp in testa.

Un servizio ad hoc e di rete allo stesso tempo

Ma per delineare un confine fra rischi accettabili, necessari per crescere, e rischi che possono minacciare l’identità fisica, psicologica e sociale di un adolescente, la sola modalità friendly non basta. Non a caso l’equipe coordinata dal dottor Emanuele Toniolo, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ulss 18, in questi anni ha agito trasversalmente su più fronti realizzando più azioni.

Solo per citarne alcune, sono state realizzate attività di rete con insegnanti, genitori e adulti; interventi formativi nelle scuole secondarie di primo e secondo grado; incontri e attività formative con le compagnie a rischio nel loro contesto aggregativo, anche in orario notturno, attraverso gli “educatori di strada”; cicli di terapia breve con la possibilità di consulenza in loco ed eventuale invio ai servizi specialistici; collaborazione con gli allenatori sportivi presenti nel territorio, sempre più figure di riferimento per i ragazzi.

A conclusione del quadriennio programmato il servizio si è radicato nel territorio diventandone anche un osservatorio importante e funzionale per affrontare con sempre maggiore concretezza le problematiche inerenti le forme di disagio tra i giovani.

Dal fantasy alla realtà, tra le forze del bene e quelle del male

Terra di Mezzo, come ci ricorda Mariangela Rossi a conclusione dell’incontro, è la regione fantastica che fa da sfondo alle vicende de “Lo Hobbit” e de “Il signore degli anelli”: un’area contesa tra le forze del bene e del male, in una continua lotta al predominio.

Il servizio di cui vi abbiamo parlato non è certo popolato da Valar e Elfi, così come il mondo dei ragazzi non è affollato unicamente da orchi e draghi. Il riferimento ai libri di Tolkien, tuttavia, è calzante. Perché sentimenti contrastanti ed emozioni discordanti sono quanto sperimenta su di sé ogni adolescente, da che mondo è mondo. Sul come canalizzarle correttamente una formula magica valida per tutti, ovviamente, non c’è. Ogni giovane è un caso a sé, e come tale va trattato.

Tuttavia, favorire nelle ragazze e nei ragazzi motivazione, propensione alla relazione e scelte consapevoli è quanto hanno fatto sistematicamente gli specialisti dell’equipe in questi anni. Per far sì che il periodo che alcuni definiscono “l’età ingrata” rappresenti per più adolescenti possibile quello che altri chiamano la “primavera della vita”.