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Rovigo e la palla ovale: una storia d’amore lunga 90 anni

L’autunno di Palazzo Roncale sventola i colori rosso e blu. Quelli del Rugby Rovigo Delta, la squadra di rugby che dal 1935 inorgoglisce e appassiona questo territorio.

A Palazzo Roncale dal 22 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023 arriva Rugby. Rovigo città in mischia.

Una mostra – curata da Ivan Malfatto, Willy Roversi e Antonio Liviero, da una idea di Sergio Campagnolo – che vuole andare oltre la cronaca sportiva, per raccontare come questo sport sia riuscito a diventare motore di socialità, inclusività e accoglienza.

In Polesine, la palla ovale ha il ruolo che altrove ha il calcio. Forse nemmeno Davide Lanzoni, lo studente di medicina che dall’ateneo patavino portò la passione del rugby a Rovigo, poteva immaginare che da quell’improvvisato gruppo di amici avrebbe preso vita un’epopea.

Moltissima la passione ma ben poche le risorse. Tanto che la leggenda popolare tramanda che le maglie indossate nel primo Campionato della Gioventù Italiana del Littorio fossero quelle rosso-blu dismesse dai giocatori del Bologna Calcio. Tra quei ragazzi cominciava a farsi notare Mario “Maci” Battaglini, destinato a segnare la storia del rugby in Italia e Francia.

Le imprese di questa Società hanno certamente appassionato il mondo del rugby, ma non c’è dubbio che esse si siano riverberate anche al di fuori di esso. Per questo la mostra non sarà solo una, seppur meritata, celebrazione di questa squadra, ma un’occasione per comprendere l’unicità del fenomeno del rugby in questa terra.

Gilberto Muraro, Presidente della Fondazione

L’epopea rossoblu

Fondata nel 1935, Rugby Rovigo Delta è tra le società italiane più vittoriose di sempre – 13 scudetti nazionali – e insieme al Petrarca Padova, vanta il primato di non essere mai retrocessa dalla massima divisione: milita ininterrottamente in tutti i campionati italiani di prima divisione del secondo dopoguerra.

Rovigo sfiora il suo primo scudetto nel 1949, perdendo lo spareggio a tre con Roma e Parma, arrivate prime a pari punti. Sarà la rampa di lancio per 4 successivi primati nazionali a cui se ne aggiungono altri tre dal ’62 al ’64. Leggendaria la finale per lo scudetto 1988, la prima dove vengono introdotti i play-off e ricordata anche per il “Treno Rossoblu”: 23 vagoni di tifosi partiti per Roma per vedere la vittoria 9-7 sul Treviso. 

Dal 1994 inizia un lungo periodo di crisi, perché il rugby è rivoluzionato dall’avvento del professionismo e Rovigo fatica ad adattarsi. Il ritorno ai vertici dal 2008, con la crescita fino agli scudetti attuali del 2016 (il più atteso, ventisié anni che spèto! è il blog che s’inventano i tifosi) e del 2021.

Più la Coppa Italia nel 2020. La prima della storia rossoblu. Vinta in finale contro il Petrarca, rivale del tradizionale derby che è anche la partita più giocata del rugby italiano, circa 200 volte.

Una storia sportiva, che è la storia di un territorio. E il Polesine dimostra questa sua identificazione con i fatti: basti osservare la mobilitazione della tifoseria, sia al Battaglini che in trasferta, caso unico in Italia.

Nelle case si parla di rugby e i bambini crescono con il mito della palla ovale.

Il mito e – soprattutto – i valori.