EN

L’occhio in gioco: la nuova grande Mostra a Palazzo del Monte di Pietà

Lunedì 27 giugno, nell’Auditorium del (meraviglioso) Orto Botanico di Padova, abbiamo presentato la mostra L’Occhio in Gioco. Percezioni, impressioni e illusioni nell’arte, con un approfondimento sulla parte – quasi una mostra nella mostra – dedicata alla psicologia della percezione e all’intrigante esperienza del Gruppo N. E la risposta del pubblico, numerosissimo, dice dell’attesa che si respira…

L’occhio in gioco è una di quelle mostre che ci si aspetta di poter ammirare in una delle grandi sedi espositive di New York o Londra. Dove ci si attende qualcosa che vada molto oltre il consueto, il già visto.

Palazzo del Monte di Pietà a Padova, dal 24 settembre 2022 al 26 febbraio 2023, ospiterà L’Occhio in Gioco. Percezioni, impressioni e illusioni nell’arte, la grande mostra che Fondazione Cariparo Università di Padova hanno scelto di promuovere insieme, nell’ambito delle celebrazioni per gli 800 anni di storia dell’Ateneo Patavino.

L’occhio guarda, cattura, legge, ordina, compone. Ma può essere ingannato, raggirato, imbrogliato.

E questa mostra, camminando sul confine tra arte e scienza, tra colore e movimento, racconta nei secoli la sottile differenza tra ciò che è vero e ciò che potrebbe esserlo ma non lo è.

Originale nel taglio curatoriale, affidato a Luca Massimo Barbero per la parte storica e a Guido Bartorelli, Giovanni Galfano, Andrea Bobbio e Massimo Grassi dell’Università di Padova per la parte dedicata al Gruppo N e alla psicologia della percezione, questa  ricchissima esposizione vivrà a Padova, nel solco dell’indagine del rapporto tra arte e scienza già inaugurato nel 2017 con la mostra Rivoluzione Galileo, l’arte incontra la scienza.

Percezioni, impressioni e illusioni nell’arte

Nel percorso de L’occhio in gioco si è condotti a misurarsi con arte, fotografia, miniatura, scultura, scienza e tecnica. Assistendo all’inganno del movimento e dello stesso colore, con occhio e mente condotti a percepire come un unicum ciò che nella realtà fattuale è composito.

Immagini del mondo e antiche sfere armillari sono accostate a costruzioni Bauhaus e contemporanee, a rivelare una continuità inaspettata.

Arte e scienza, nelle sue svariate accezioni, dagli studi sull’ottica alla teoria del colore, insieme per dar vita ad un confronto affascinante di concetti, movimenti, miraggi.

Gli studi di Goethe, Runge e Henry saranno accostati in mostra con le opere dei grandi maestri che hanno affrontato, ciascuno a proprio modo, il tema della percezione visiva: da Seurat a Kandinsky, da Klee a Boccioni.

In un percorso che alterna i grandi protagonisti del secolo breve, da Calder a Munari, da Duchamp a Vasarely, si scoprirà che anche senza l’uso del colore l’occhio umano può essere ingannato, che il ritmo e la geometria, concetti così apparentemente immutabili, possono distorcere e ridisegnare la realtà.

Non mancheranno le incursioni dell’optical nel mondo del costume, della moda e del design.

La psicologia della percezione e il Gruppo N

Nella città di Galileo non poteva non trovare spazio la tradizione di studi e sperimentazioni condotte, fin dal 1919, dalla scuola della psicologia della percezione dell’Università di Padova.

Ricerche nel campo della visione con uno straordinario impatto innovativo hanno contribuito a stimolare, a partire dagli anni Sessanta, un ambiente artistico-culturale d’avanguardia, proiettando la città di Padova e i suoi artisti sulla scena internazionale.

Questa seconda parte dell’esposizione mette a confronto un’accurata selezione di documenti e studi accademici con le opere del Gruppo N, costituito proprio a Padova da Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi, e di Marina Apollonio: tutti protagonisti indiscussi della “nuova tendenza” ottico-cinetica.

La mostra troverà così completezza in un ampio approfondimento monografico che riproporrà le opere, gli ambienti e gli allestimenti degli anni Sessanta.

La mostra sarà accompagnata da una sezione scientifico-laboratoriale pensata per il pubblico di tutte le età, che potrà sperimentare e capire le ragioni psicologiche degli effetti ottici esibiti dalle opere.