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Inaugurata a Rovigo la mostra su Renoir e la sua “moderna classicità”

Palazzo Roverella apre le porte al pubblico per la grande mostra dedicata a Renoir. 

Il “secondo” Renoir, tra capolavori e dialoghi

Il 26 febbraio ha aperto al pubblico la mostra Renoir. L’alba di un nuovo classicismo, 47 capolavori del Maestro di Limoges  selezionati dal curatore Paolo Bolpagni e accostati alle opere di giganti del passato quali Carpaccio, Tiziano, Romanino, Rubens, Tiepolo, Ingres, nonché suoi coevi come Boldini, De Nittis, Zandomeneghi e artisti di generazioni successive come De Chirico, De Pisis e Carrà tra gli altri.

Un percorso di ricerca e parallelismi per approfondire la “seconda” e meno nota fase artistica del pittore, contraddistinta dall’allontanamento dalla poetica e dagli stilemi dell’Impressionismo in favore di un nuovo modello pittorico dal gusto classicheggiante e neo-rinascimentale, che si può racchiudere nella definizione di “moderna classicità”.

La giornata

Ricca la giornata di inaugurazione che ha preceduto l’apertura al pubblico.

Il Sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo, il Presidente di Fondazione Cariparo Gilberto Muraro e il Direttore Regionale Veneto Ovest e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo Cristina Balbo hanno introdotto con i saluti istituzionali lo spettacolo teatrale della sera, momento clou della cerimonia di inaugurazione: al Teatro Sociale di Rovigo oltre 630 persone hanno riempito platea e palchi per assistere alla “performance” sviluppata dal curatore Paolo Bolpagni, che ha condotto il pubblico alla scoperta di un Renoir diverso e meno noto, accompagnato dall’interpretazione dell’attore Vasco Mirandola e dalle note di Debussy suonate al pianoforte da Beatrice Barison.

L’evoluzione dell’arte di Renoir

È un’operazione difficile quella di mostrare Renoir sotto una luce nuova.

– Paolo Bolpagni, curatore della mostra

L’esposizione, infatti, vuole indagare aspetti che fino ad ora non sono mai stati sufficientemente approfonditi come ad esempio la cosiddetta fortuna italiana, ossia le varie opere di artisti italiani che si sono ispirati al tardo Renoir.

Si può trovare un taglio profondamente italiano in questa mostra, a partire dal  viaggio che Renoir fece in Italia nel 1881,  punto nodale attorno a cui ruota l’idea espositiva.

Partito durante una fase di profonda inquietudine creativa, Renoir è affascinato dall’arte del Belpaese, che attraversa da nord a sud.

Avvicinando e apprezzando dal vivo l’opera dei Maestri rinascimentali e l’archeologia pompeiana, la “semplicità e grandezza” degli affreschi di Villa Farnesina e la luce mediterranea.

Fu l’alba di una rivoluzione stilistica.

Che condusse Renoir ad essere il precursore del gusto pittorico destinato ad affermarsi poi tra negli anni tra le due guerre.

Una mostra innovativa, che “propone cultura e non solo divulgazione”, afferma il Presidente di Fondazione Cariparo Gilberto Muraro.

Infatti, prima ancora di aprire, sono state raggiunte “più di 10.000 prenotazioni”, a testimonianza dell’attesa e dell’interesse che la mostra ha suscitato nel pubblico già prima della sua inaugurazione.

E nei primissimi giorni di mostra si sono registrati 6.000 ingressi: un ottimo inizio che premia l’originalità e la cura della proposta.